L’impermanenza “In parole povere”.

L’impermanenza “In parole povere”.

Ecco due metafore sull’impermanenza, tratte dal Libro “In parole povere” di Ajahn Chah.  Titolo originale in inglese: “In Simple Terms” – Aruno Publications, tradotto dall’inglese dall’Associazione Amici del Santacittaramawww.saddha.it

Il pollo e la papera.

Due persone vedono un pollo e una papera. La prima persona vuole che il pollo sia una papera, e la papera che sia un
pollo, ma semplicemente è impossibile. In tutta la loro vita, non potrà mai accadere. Se la prima persona non smetterà di pensare in questo modo, soffrirà. La seconda persona vede il pollo come pollo, e la papera come papera. In questo modo non ci sono problemi. Quando la vostra visione è giusta, non c’è sofferenza.

Lo stesso accade qui.  Anicca – le cose che sono impermanenti – vorremo che fossero permanenti. E fino a quando saranno impermanenti, saremo tristi. Le persone che vedono le cose impermanenti come semplicemente impermanenti sono a loro agio. Senza problemi.

Dal momento della nostra nascita siamo stati sempre in fuga dalla verità. Non vogliamo che le cose siano nel modo in
cui sono, ma non possiamo fermarle dall’essere così. Questo è il solo modo in cui sono. Non possono essere in modo diverso. È come voler fare di una papera un pollo. Non sarà mai la stessa cosa. È una papera. O allo stesso modo voler fare di un pollo una papera. Non sarà mai la stessa cosa. È un pollo.

Chiunque pensasse di voler cambiare le cose in questo modo è destinato a soffrire. Ma se pensate: “oh, questo è il modo di essere delle cose” guadagnerete forza – e non ha importanza quanto proviate, ma non potrete rendere un corpo permanente o duraturo.

Il bicchiere rotto.

Mi direte: “Non rompere il mio bicchiere!”, ma non potete prevenire qualcosa che si può rompere dal rompersi. Se non si rompe adesso, prima o poi si romperà. Se non lo rompete voi, qualcuno lo farà. Se qualcuno non lo dovesse rompere, uno dei polli lo farà! Il Buddha ha detto di accettarlo e penetrarlo completamente vedendo che questo bicchiere è già rotto. Questo bicchiere che non è rotto, lui ce lo fa conoscere come rotto. Ogni volta che prendete questo bicchiere, ci versate dell’acqua, ci bevete, e lo riponete, vi dice di vedere che è comunque rotto. Capite? La comprensione del Buddha è proprio questa.

Lui vede il bicchiere rotto in quello non rotto. Nel momento in cui le condizioni si esauriranno, si romperà. Sviluppate questo atteggiamento. Usate il bicchiere; prestateci attenzione. Poi un giorno vi scivolerà dalle mani:
Frantumato!”, nessun problema. Perché nessun problema? Perché lo avevate visto rotto prima che si rompesse. Capite?

Ma normalmente le persone dicono: “Sto prestando così tanta attenzione a questo bicchiere, che non permetterò che si possa rompere”. Più tardi un cane lo rompe, e voi odiate il cane. Se vostro figlio ve lo rompe, addirittura odierete vostro figlio. Odiate chiunque lo rompa – perché avete creato una diga dentro di voi per non far fluire l’acqua. Una diga senza un canale di scarico. La sola cosa che la diga può fare è scoppiare, giusto? Quando costruite una diga, dovete fare anche un canale di scarico. Così che quando l’acqua raggiunga un certo livello, possa defluire senza rischi. Quando è piena fino all’orlo può scorrere via dal canale. Avete bisogno di un qualcosa di simile, un punto di fuga. Vedere l’impermanenza è il punto di fuga del Buddha. Quando vedete le cose in questo modo, siete in pace. Questa è la pratica del Dhamma.

 

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