Lo scopo della pratica meditativa

Lo scopo della pratica meditativa

di Henepola Gunaratana in Oltre la consapevolezza – in parole semplici, Astrolabio -Ubaldini 2010.

Anicca è il termine pali per “impermanenza” o “cambiamento”. È un termine che merita di essere appreso. Dice più della sua traduzione in italiano. Anicca è reale. È l’esperienza di ciò che accade realmente nel vostro corpo e nella vostra mente.

Tutto cambia costantemente.

Sì, sì, questo lo sapete. Lo avete già sentito dire e siete d’accordo. La sedia su cui siete seduti ora un giorno si romperà e finirà dal rigattiere. Questa è l’impermanenza, giusto?
Ebbene, sì. Ma solo al livello più superficiale. La conoscenza del cambiamento a quel livello non vi curerà, non vi renderà liberi; non ha il potere e la chiarezza di condurvi alla liberazione. A meno che non raggiungiate una forte concentrazione, non la comprenderete mai al livello profondo e sottile che vi renderà liberi.
Avete bisogno di sedervi a meditare nel punto in cui tutto il mondo della vostra esperienza sorge e si dissolve in modo così rapido che non resta nulla a cui aggrapparsi. Niente durerà abbastanza da permettervi di incollarlo mentalmente insieme in un “qualcosa”. Non appena rivolgete la vostra attenzione a un qualche fatto, si dissolve in un “puff”! Svanisce non appena la pura consapevolezza lo sfiora. Ogni cosa sorgendo spinge fuori dalla mente la cosa precedente, che non lascia alcun residuo. Emergerete da questa esperienza senza alcun ricordo concreto di quanto è accaduto. Resta solo la sensazione persistente di come tutto sorga e si dissolva in un modo più rapido di quel che la mente può afferrare. Ciò è definito “vedere le cose come realmente sono”. Non state verbalizzando o concettualizzando. State semplicemente “vedendo”.

(…) Perché è così importante capire l’impermanenza?

L’impermanenza è l’idea più difficile da afferrare che avete mai incontrato e insieme la più importante. Essa contraddice tutto quel che credete di sapere dell’esistenza. La mente vi oppone resistenza in modo sottile e grossolano. Penetra facilmente nella mente ma poi scorre via con la stessa facilità, senza alcun impatto. E dovrebbe sortire un impatto. È l’idea fondamentale di cui avete bisogno per liberarvi.

Vedete che le cose cambiano. Lo vedete in profondità, fino al livello più incredibilmente veloce, da un istante all’altro. Quindi lo vedete in termini più generali. Lo percepite in ogni cosa che vedete e in ogni cosa che potrete mai vedere.
Quando percepite l’anicca in tutte le vostre esperienze, la mente si stanca di questo cambiamento incessante. È la sofferenza, il dukkha, che provate nell’impermanenza. Questa è la verità che il Buddha ha scoperto e ha esposto con le parole: “Tutto ciò che è impermanente è sofferenza”.

Vedere la sofferenza in tutti gli aggregati della vostra esperienza vi rende disillusi. Essendo disillusi diventate distaccati dalle passioni. La passione costituisce la natura collante della mente. La passione è la colla che tiene assieme il sé e il mondo in un’unità apparente. Quando questo potere collante viene rimosso, si manifesta la rinuncia che conduce alla cessazione della sofferenza”.

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