L’impermanenza è un concetto che riconosciamo e accettiamo a livello intellettuale, ma se ci aggrappiamo ancora agli oggetti, se siamo totalmente presi dal passato e dal futuro, se accumuliamo attaccamenti, ciò indica che non abbiamo compreso l’impermanenza.
La comprensione profonda e intuitiva dell’impermanenza riduce al minimo il conflitto e la sofferenza e produce drastici cambiamenti d’accento nella nostra vita e nella nostra mente.
La visone profonda dell’impermanenza ha il potere di produrre una trasformazione diretta e immediata.
(tratto da libro” Vedere” di Christina Feldman – Astrolabio Ubaldini Editore, 1991)
Nel libro Respiro per respiro (Astrolabio Ubaldini, 1999) invece Larry Rosenberg scrive:
“Il Buddha colloca l’impermanenza al centro del suo insegnamento. Ci sono molte leggi della natura, ma è a questa che egli si riferisce più direttamente. La utilizza come una porta per accedere a tutto il resto, alla vacuità, a una più profonda comprensione della sofferenza che tutti gli esseri patiscono, a una libertà da tale sofferenza.
Il Buddha afferma che dovremmo vedere questo principio dall’interno, nel nostro corpo e nella nostra mente. Invece di osservare le galassie, i cieli, gli oggetti naturali, vedete che voi stessi siete un campo di energia in un flusso costante. Lo vedete con un occhio interiore, l’occhio che dovete sempre tenere aperto, la parte di voi che ha con la vita un contatto semplice, intimo.
Questa contemplazione è al cuore della meditazione vipassana. È il significato fondamentale della visione profonda: vedere chiaramente la natura cangiante di tutte le formazioni”.